Ehi,

hai visto il sole stamattina? Non credi sia fantastico? Hai visto quante nubi intorno? Ti piacciono più le nuvole o il sole? Ehi, dico a te, più le nubi o il sole?

Io sono indecisa. Adoro la pioggia, quella sì. I temporali. PatapumpumpamslashtrackPatapumpete, come dici tu. Una volta a Zeri (non vendere mai quella casa, fanne un museo, una stalla o un bordello, ma non venderla), da adolescente, mi sono infilata sotto una tempesta spaventosa, con la mia mamma che – dalla soglia di casa – mi urlava di rientrare senza che io le dessi minimamente retta. Fu bellissimo. Sentivo picchiettare la pioggia ovunque: l’unico fastidio che provavo era la pesantezza dei capelli, sempre lunghi, allora lunghissimi. Carichi di gocce.

Tra il sole e le nubi, invece, non saprei scegliere. Forse insieme, mi piacciono insieme. Vedi, nelle cose di ogni giorno, che tutti vogliamo e dobbiamo fare, andare all’asilo o andare al lavoro, lavarsi i denti o fare la spesa, mangiare la ciccia o mangiarsi le mani, dobbiamo sempre conservare uno spazio che non sia delle cose da fare, ma di quelle da pensare. Dobbiamo accorgerci di quello che succede, in cielo e in terra. Di quello che succede agli altri, di chi sono, dove sono e dove vanno. Dobbiamo incrociare i loro occhi e non considerare mai una perdita di tempo l’osservare un gesto, una parola, un gatto, un atteggiamento, una casa, un fiore, un ciuffo di spinaci.

Se metti 50 persone davanti ad un grattacielo e chiedi loro cosa abbiano visto, 49 di risponderanno: “un grattacielo”. Una invece ti parlerà della carta di caramella gialla davanti all’ingresso laterale o del filo d’erba cresciuto alla base, nel cemento, o di quel ragno a sette zampe che sembrava disegnato su un vetro. Ti parlerà di qualcosa che era difficile vedere perché guardare non significa vedere. Ci proviamo a far così? Vedrai un sacco di cose in più. Prova. Poi, mi dirai. E troverai anche il modo per dirmelo. Perché mi vedrai.

Ti amo

Mamma