I vincitori

Premio Reporter di Frontiera – Lorenzo Cremonesi
Perché è un ragazzo di 60 anni, o giù di lì. Perché da 35 anni non trova pace. Israele, Libano, Iran, Iraq, Siria, Libia, Afghanistan, Pakistan, India… Da inviato del Corriere della sera, le crisi, le guerre, le ha viste tutte (o quasi). Perché, dopo tante maratone dell’orrore, dice che “il nostro non è un mondo così pieno di guerre”, e che non bisogna esagerare. Perché ogni trasferta è ancora la prima. Perché la vita è come una montagna: bisogna scalarla. E a lui piace.

Premio Under 35 – Sacha Biazzo
Per la rilevanza delle sue inchieste a livello nazionale, e per la ricerca, riuscita, di un linguaggio che parli a tutti, leggero anche quando tratta temi drammatici. Perché ti porta dentro alle storie. Sia quando si sveglia sul peschereccio Sea Eye e si avvia barcollante a fare il suo turno di guardia dopo avere dormito tre ore, che quando si intrufola tra le maglie delle terribili storie di abuso dell’istituto Provolo di Verona. Perché ha combattuto, raccontandola, la corruzione dei potenti e degli “uomini di Dio”, restituendo dignità perduta alle vittime. Per il coraggio di chi va a vedere il mondo con i propri occhi, che fa parlare buoni e cattivi, che riesce a trasmettere a una fonte speciale, undercover, che diventa l’occhio e l’orecchio del reporter. Perché lo fa con un linguaggio sempre nuovo, dinamico. Per lo storytelling, per l’originalità, per l’approfondimento e la passione. Con l’augurio di rimanere sempre curioso verso il mondo, perché abbiamo bisogno di giovani giornalisti che abbiano il coraggio di cercare la verità: sia essa tra i rifiuti, tra le onde del mare, o tra le vittime di stupro.

Premio Giornalismo Televisivo professionisti, in partnership con Skytg24 –
Giuseppe Borrello, Lorenzo Giroffi, Andrea Sceresini (candidatura in team)
Per il progetto editoriale “Una borsa di pelle”. Per la coerenza rispetto al valore della ricerca della verità e alla libertà nell’indagine dei fatti che rappresentano la principale finalità del Premio giornalistico Letizia Leviti. Per l’accuratezza e la professionalità nella descrizione dello storyboard e del piano di produzione. Perché il loro lavoro si è distinto per essere ben articolato e strutturato. Per l’approccio al tema, assolutamente non scontato in questo periodo storico. Per la struttura e il taglio del servizio, originali e pertinenti al dibattito attualmente in corso.

Note biografiche

Lorenzo Cremonesi
Classe 1957, nato a Milano, è giornalista del Corriere della sera per cui segue da anni vicende mediorientali. Laureato in filosofia, dal 1984 al 2000 ha scritto da Gerusalemme per il Corriere della Sera, prima come collaboratore e poi come corrispondente. Successivamente ha iniziato a seguire come inviato gli scenari nei territori più caldi e nelle aree di crisi. Autore di saggi sui rapporti tra Israele e la Santa sede, ha pubblicato anche diversi libri: Le Origini del Sionismo e la nascita del Kibbutz 1881-1920 (Firenze, Giuntina,1984); Bagdad café. Interni di una guerra (Milano, Feltrinelli, 2003); Dai nostri inviati. Inchieste, guerre ed esplorazioni nelle pagine del Corriere della Sera (Milano, Rizzoli, 2008); Da Caporetto a Baghdad: la grande guerra raccontata da un inviato nei conflitti di oggi (Milano, Rizzoli illustrati, Corriere della sera, 2017).

Sacha Biazzo
Nato nel 1988, ha vissuto tra Potenza, Firenze e Milano. È iscritto all’Ordine dei Giornalisti nell’elenco dei professionisti e specializzato in videomaking. Laureato in Lettere e Filosofia all’Università degli Studi di Firenze, ha conseguito il Master di Giornalismo dell’Università Cattolica di Milano, dove ha studiato videogiornalismo investigativo. Nel marzo del 2013 ha iniziato a collaborare con il giornale online Fanpage.it con un reportage in Val di Susa sul cantiere del TAV Torino-Lione. Negli anni per Fanpage ha realizzato più di 500 servizi. Tra questi, nel 2015 ha firmato una serie di inchieste sul cantiere dell’Expo di Milano, mentre nel 2016 insieme a Pablo Trincia ha diretto una web serie sulla droga intitolata Toxicity, girata tra Kenya, Italia e Repubblica Ceca. Nel giugno del 2017 ha vinto il premio DIG Award con un’inchiesta sui preti pedofili dell’Istituto Provolo di Verona. Tra il 2017 e il 2018, sempre per Fanpage.it, ha realizzato l’inchiesta sotto copertura Bloody Money pubblicata in sette puntate nel 2018, che ha vinto il premio Oliviero Beha per il giornalismo emergente. Negli anni ha collaborato con il Corriere.it, Repubblica.it, Lastampa.it e Lucignolo (Italia 1).

Giuseppe Borello, Lorenzo Giroffi e Andrea Sceresini
Sono tre giornalisti professionisti e freelance. Lavorano insieme da tre anni, conducendo inchieste, attraverso servizi video e documentari.
Giuseppe Borello è nato nel 1983 a Vibo Valentia. Dopo la Laurea in Economia e gestione aziendale ha lavorato in Deutsche Bank fino al 2011, quando ha rassegnato le dimissioni per intraprendere la carriera giornalistica. Attualmente è inviato freelance della trasmissione televisiva “Cartabianca” di Bianca Berlinguer in onda su Rai3, per cui gira servizi legati allo sfruttamento del lavoro, fenomeni migratori (Mediterraneo e frontiere europee), criminalità organizzata. Da indipendente ha seguito scenari di crisi e fatto inchieste di lungo respiro.
Lorenzo Giroffi (1986) si è occupato, fra le altre cose, dei conflitti lungo i confini curdi, degli affari di camorra, del conflitto nel Donbass, della rivoluzione burkinabé ed il mercato clandestino dell’oro nel Sahel, della crisi socio-economica venezuelana, degli attentati e lo Stato d’emergenza in Francia. Nell’ultimo anno ha deciso di occuparsi solo dell’aspetto video di un’inchiesta.
Andrea Sceresini è nato a Sondrio nel 1983, ha frequentato la Scuola di Giornalismo dell’Università Cattolica di Milano ed è giornalista professionista. Ha sempre lavorato da freelance, specializzandosi in un giornalismo indipendente fatto soprattutto di inchieste e reportage. Attualmente collabora con LA7.
Nel 2015, Borello, Giroffi e Sceresini, sono partiti insieme per il Venezuela, con lo scopo di approfondire le conclusioni raggiunte dal tribunale di Roma sulla “seconda vita” sudamericana del fisico Ettore Majorana. Ne sono nati un libro (“La seconda vita di Majorana”, Chiarelettere) e un documentario (“La seconda vita di Majorana”, RaiStoria). Nel 2016 hanno portato a termine un’inchiesta sulla chiesa di Scientology, cercando di raccontare in presa diretta ciò che fino ad allora era stato descritto unicamente attraverso i racconti degli ex adepti. L’inchiesta, vincitrice del Dig Pitch 2016, è stata trasmessa nel novembre 2017 su Report. L’ultimo lavoro – “La città degli hacker”, è stato trasmesso su Tg2 Dossier.